donne imprenditrici: Giulia di Chok Chok Lab

Dalla Corea all’Italia: il sogno di Chok Chok Lab

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8858: questo è il numero di chilometri che separa Cremona da Seoul, città capitale della Corea del Sud. Ed è in questa terra d’oriente che inizia la storia di Giulia Andreani, classe 1994, fondatrice di Chok Chok Lab, un brand tutto italiano che vuole raccontare tradizioni e rituali della skincare coreana. 

L’ho coinvolta in un dialogo da Giulia a Giulia per farmi raccontare il suo percorso imprenditoriale senza troppi peli sulla lingua e farmi dare qualche consiglio da condividere con chi vuole avviare un’attività propria.

Basta quindi con le premesse e cominciamo dall’inizio (anche perché solo Benjamin Button inizia dalla fine!). 

donne imprenditrici: Giulia di Chok Chok Lab

Un inizio internazionale: com’è nato l’amore per la Corea

La storia di Giulia inizia in Olanda dove ha vissuto per sei anni e ha studiato prima gestione aziendale e marketing, poi logistica e operazioni. Com’è capitato a molti studenti universitari, arriva un momento della tua carriera in cui ti propongono l’esperienza del progetto Erasmus. 

Si tratta di un periodo di studi da svolgere in un altro Paese non necessariamente all’interno dell’Unione Europea (di base dipende dalle convenzioni dell’università). Giulia per il suo Erasmus sceglie come meta il Giappone. 

Purtroppo - o per fortuna - viene scartata perché non parla giapponese (un requisito necessario per quella destinazione). Piano B? La Corea. Non ci sono vincoli, non ci sono conoscenze pregresse: ciò che serve è una valigia carica di entusiasmo. 

E così Giulia parte per il suo Erasmus a Seoul, un viaggio che cambierà il suo futuro. 

Sono 7 i mesi che trascorre in Corea, un periodo molto lungo in cui impara le basi della lingua, inizia ad appassionarsi a cultura e tradizioni tra cui la skincare: l’arte della cura della pelle. 

Giravo per le strade di Seoul completamente incantata. In quella città praticamente ad ogni angolo c’è un negozio di beauty. E che fai? Non entri a curiosare? 

Tra maschere, essenze, sieri e creme, Giulia si perde come novella Alice nel Paese delle Meraviglie e si innamora perdutamente del “Chok Chok” (촉촉), onomatopea coreana che indica una pelle radiosa e sana.

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Torna in Olanda con due valigie: la prima, quella della partenza; la seconda, nuova di zecca e piena di prodotti beauty. 

Come cogliere un’opportunità di business

Una volta rientrata in Italia per condividere il bottino con famiglia e amici, Giulia si rende conto che si fa davvero fatica a reperire i prodotti.

Non esistevano rivenditori e l’unico modo per acquistare prodotti coreani era quello di farseli inviare direttamente dalla Corea con tempi di spedizione lunghissimi. 

Era il 2018. A marzo 2019 nasce il suo ecommerce: Chok Chok Lab. 

In realtà non ci ho pensato molto a lungo sul da farsi: ho guardato il mercato italiano, ho visto una crescente domanda non soddisfatta, ho creato il mio brand. 

Mi piace sempre dire: non sono io che ho scelto i prodotti coreani, sono loro che hanno scelto me!

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Ed effettivamente Giulia ci ha visto lungo: l’interesse per la skincare è in netta crescita dal 2019 come confermano i dati Google Trends e la quantità di contenuti in italiano sul tema. 

Problema numero 1: dove trovare i prodotti?

Una volta lanciato il marchio Chok Chok Lab, tuttavia, le difficoltà sono piovute come ricci dagli alberi in autunno. La più grande era legata al prodotto da vendere

Sono partita con il piede sull’acceleratore: ho contattato tutti i rivenditori coreani dei brand che volevo inserire all’interno del mio ecommerce, avevo già i contratti di collaborazione in mano pronta per iniziare a vendere. E poi il primo stop. 

Già, perché importare prodotti cosmetici dalla Corea nei Paesi dell’Unione Europea non è affatto semplice. Ci sono due grossi incastri in questa faccenda: 

  1. I prodotti devono arrivare in Italia già etichettati in lingua; 
  2. I prodotti prima di poter essere importati in Europa devono aver superato dei test di laboratorio. 

Arrivati a questo punto, praticamente ho dovuto ricominciare da zero. 

Cosa ho fatto? Quando si parla di prodotti cosmetici, bisogna stare molto attenti soprattutto per evitare reazioni allergiche. Così ho contattato i rivenditori ufficiali dei brand coreani in Europa. Grazie a queste collaborazioni sono in grado di rifornire il mio inventario in pochissimo tempo e non ho problemi di importazione perché si tratta di prodotti già presenti su territorio europeo (quindi adatti alla vendita in Italia). 

Nonostante tutte queste trafile burocratiche legate al commercio, Giulia è sempre aggiornatissima sul mondo dei prodotti coreani: come un radar, tiene traccia di tutti i trend che stanno spopolando in Corea e che, molto probabilmente, arriveranno in Europa. 

Il trend viaggia sempre più veloce dei prodotti. Allora sono lì, che quando avverto un boom in avvicinamento, inizio ad aggiornare le pagine degli enti certificatori per capire quando potrò avere quel specifico trattamento sul mio ecommerce.

E, giusto per essere proprio certi al 100% della qualità di tutto ciò che viene offerto su Chok Chok Lab, Giulia è la sua prima cliente: testa infatti la maggior parte dei prodotti con l’aiuto della sorella. 

donne imprenditrici: Giulia di Chok Chok Lab

Problema numero 2: la costruzione del brand

Progettato il sito, trovati, testati e riforniti i prodotti, un altro problema si aggiunge alla già lunga lista di Giulia: perché le persone dovrebbero acquistare da me? 

Da consumatori lo sappiamo: prima di fare un acquisto online, soprattutto se si tratta di un brand mai sentito prima, controlliamo recensioni, guardiamo opinioni sui social, su siti come Trustpilot… c’è di fatto una sorta di scetticismo da parte del consumatore nei confronti di marchi nuovi. 

Come vincere questa barriera iniziale e iniziare a far decollare le vendite? Si viaggia in due direzioni: costruzione della brand awareness da un lato e strutturazione delle strategie di marketing dall’altro. Il tutto senza mai perdere l'attenzione al dettaglio. 

brand awareness chok chok lab

Le strategie di marketing e brand

Come si costruisce la reputazione di un brand neonato? Come risultare affidabili e credibili agli occhi del pubblico target? La risposta è semplice e complessa allo stesso tempo: ci vogliono tanto lavoro e tanta pazienza.

In questo ambito non esistono formule magiche. Certo, esistono strategie che funzionano nella maggior parte dei casi e delle best practice che mettono tutti d’accordo ma ogni azienda fa a sé. Anzi, ti dirò di più, anche ogni nicchia di mercato ha un suo percorso. 

Ho chiesto a Giulia di svelarci le tattiche che l’hanno accompagnata nei primi mesi di lancio del suo business. 

La prima cosa a cui ho pensato, è stata quella di affiancare strategie a breve termine a strategie a lungo termine. Questo perché va bene ottenere una vendita oggi, ma bisogna creare un circolo virtuoso di crescita che ti aiuti anche domani.

Il primo step è stata dunque l’ottimizzazione SEO dell’intero ecommerce: descrizioni prodotto, testi, immagini… Giulia ha progettato tutto da sola a regola d’arte su piattaforma Shopify

Una strategia SEO è essenziale per scalare la SERP, ottenere visibilità a livello organico e in maniera duratura (tranne se arriva un update Google a sbaragliare tutto… ma questa è un’altra storia).

E nel breve termine? 

Sono state principalmente due le strategie: paid social advertising (quindi Facebook Ads e Instagram Ads) e influencer marketing

Tra i due canali di paid, Facebook è quello che funziona decisamente peggio.

Instagram ha maggior trazione. Pubblico post sulla cultura coreana, sulle tradizioni e, naturalmente, sulla skincare. Vedo che al pubblico piace e ho un ottimo riscontro in termini di engagement. 

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Quello che mi ha aiutata davvero molto in questo percorso di affermazione del brand è l’influencer marketing. 

Nella strategia di Giulia non conta il numero di follower, anzi, molto spesso conta di più il coinvolgimento del pubblico. Per questa ragione ama collaborare con i micro influencer (<5000 follower). 

Grazie a questa strategia, Giulia è riuscita a migliorare il retention rate e quindi la fidelizzazione dei clienti nel giro di poco più di un anno. 

Tra le iniziative legate alla fidelizzazione dei clienti, troviamo anche un simpatico programma a punti. Chi acquista, può guadagnare punti non solo per gli acquisti, ma anche per le recensioni in cambio di sconti e omaggi. E sai benissimo quanto siano importanti le recensioni per la costruzione di un brand forte e pronto a sfidare il mercato! 

Ultima strategia per il momento utilizzata a breve termine è l’email marketing. Attraverso l’invio di newsletter, Giulia è in costante contatto con i propri clienti e riesce a comunicare in modo efficace non solo le offerte ma anche le novità in arrivo. 

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Giulia nel 2021: quale sarà il futuro di Chok Chok Lab?

Siamo giunte alle ultime battute della nostra chiacchierata e sono arrivata alla conclusione che Giulia sia una specie di Wonder Woman: ha avviato da sola un suo brand a 25 anni, gestisce tutti gli aspetti del business - dalla contabilità alle spedizioni - e cura personalmente la comunicazione sui canali social. 

Le giornate di alcuni imprenditori durano sicuramente più di 24 ore! 

Non resta che chiederle quale sarà il futuro del brand e come si evolverà. 

Mi piacerebbe dare un’identità forte al mio brand, vorrei che quando qualcuno vede una mia foto pensasse “ah sì è sicuramente Chok Chok Lab!”. Vorrei anche allargare il team e condividere quest’avventura con altri professionisti. Infine, vorrei essere un po’ più presente come Giulia: farmi vedere più spesso, insomma, metterci la faccia. Letteralmente!