Il commercio internazionale permette ai consumatori di qualunque Paese di acquistare prodotti, a prescindere dal Paese di origine.
E anche se a volte si ha la sensazione che esportazioni e importazioni siano all’ordine del giorno, spesso non si hanno le idee poi così chiare per quanto riguarda i retroscena del commercio internazionale.
Se hai un sito ecommerce o un negozio fisico e vuoi iniziare a vendere all’estero, è essenziale che tu abbia prima una buona infarinatura su tutto quello che riguarda il mondo del commercio internazionale e in questo articolo troverai proprio quello che fa al caso tuo.
Parleremo infatti di cos’è il commercio internazionale, di come funziona e di come puoi iniziare a vendere all’estero.
Che aspetti allora? Continua a leggere.
Commercio internazionale: cos’è
Il commercio internazionale è un'attività economica che ha come scopo lo scambio di beni, servizi o capitali tra nazioni diverse e quindi oltre i confini nazionali.
Permette ai diversi Paesi di sfruttare i vantaggi competitivi di alcune aree e, al tempo stesso, di ridurre gli svantaggi di altre. Quindi, il commercio mondiale, consente alle nazioni non solo di espandere il proprio mercato ma anche di offrire le merci a prezzi più vantaggiosi.
Per facilitare la vendita e l’acquisto di prodotti a livello internazionale, sono state emanate diverse norme e impiantate diverse agenzie governative locali e nazionali.
Ma andiamo con ordine.
Come si è sviluppato il commercio internazionale?
Con il passare del tempo e con le connessioni sempre più strette tra i diversi Paesi, l’importanza del commercio internazionale è aumentata sempre di più fino ad avere impatti sulla società, sulla politica e sull’economia a livello globale.
D’altronde, nell’epoca della globalizzazione e delle multinazionali, e con i trasporti che diventano sempre più avanzati, non sorprende che i Paesi abbiano l’esigenza di non limitare il proprio commercio solo ai beni prodotti all’interno dei confini nazionali.
Anche se il commercio internazionale è in linea di massima più costoso di quello nazionale, a causa di tariffe e costi aggiuntivi legati alle differenze tra i diversi Paesi, si tratta di un tipo di commercio che comporta innegabili vantaggi.
Se guardiamo al mondo, ci sono Paesi ricchi di risorse e con scarsa popolazione e Paesi in cui l’aumento della popolazione non è accompagnato da un aumento delle risorse, il che lascia spazio a una serie di problemi.
Il commercio internazionale può essere utile anche in questo scenario, ricordando l’importanza della complementarietà tra i diversi Paesi.
Ma tralasciando quello che è lo scenario globale, lanciarsi nel commercio internazionale può rappresentare la svolta per il tuo business se hai un ecommerce.
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Vediamo insieme come e perché.
Vantaggio assoluto e comparato del commercio internazionale
Nel 1700 l'economista scozzese Adam Smith gettò le basi di quella che oggi chiamiamo economia politica, dimostrando nei suoi scritti quali fossero le attività economiche più appropriate per permettere ad ogni Paese coinvolto di ottenere vantaggi economici e sviluppare l'economia a livello nazionale.
Queste teorie sono consciute come vantaggio assoluto e vantaggio comparato.
Vantaggio assoluto
Il vantaggio assoluto consiste in un vantaggio di un Paese nei confronti di un altro in termini di risorse e di produzione.
Per chiarire questo concetto facciamo un esempio. Prendiamo in considerazione due nazioni A e B. Se la nazione A è in grado di produrre maggiori quantità di un determinato prodotto e in minor tempo rispetto alla nazione B, presenta un vantaggio su quest'ultima, definito vantaggio assoluto.
Questa teoria si basa su un concetto elementare: ogni nazione possiede delle risorse e delle materie prime migliori o in maggiori quantità rispetto alle altre. Pertanto, se la Francia possiede maggiori quantità di materie prime per produrre stoffa e una maggiore manodopera rispetto alla Spagna, avrà un vantaggio assoluto su quest'ultima, perché è in grado di produrne in maggiori quantità e in un tempo minore.
Di contro in Spagna potrebbe esserci la stessa situazione riferita però ad un altro prodotto in cui questa nazione si è specializzata. In questo modo anche la Spagna avrà un vantaggio assoluto sulla Francia ed è in grado di produrre una determinata merce, ad esempio il grano, in maggiori quantità, più rapidamente e di qualità superiore rispetto alla Francia.
La maggiore produzione realizzata da ciascuna nazione, consente di avviare il commercio internazionale che va a beneficio di ciascun Paese.
La parola chiave, quindi, è specializzazione. Secondo questa teoria, se ogni Paese si specializza in un settore e verticalizza la sua produzione, può trarre grandi vantaggi dal commercio internazionale e il tutto va a beneficio dell'economia globale.
Vantaggio comparato
Un altro economista britannico, David Ricardo, ha elaborato però un'altra teoria che va in constrasto con quella di Smith in quanto parte da un presupposto diverso: non tutti i Paesi possono hanno un vantaggio assoluto sugli altri.
Per ritornare al nostro esempio della Francia e della Spagna, non è detto che per uno specifico prodotto la Francia abbia una produzione migliore, più rapida e di qualità maggiore rispetto alla Spagna. I due Paesi potrebbero anche essere allo stesso livello in termini di produzione. Come si fa in questi casi a stabilire il vantaggio assoluto e quindi il prodotto su cui specializzarsi per favorire l'economia nazionale e internazionale?
In questo caso quindi il commercio con l'estero diventa dannoso? Secondo Ricardo, no.
Secondo la sua teoria del vantaggio comparato, infatti, se uno Stato realizza un prodotto a costi più bassi rispetto a quelli di qualsiasi altra merce prodotta da quello Stato, la specializzazione è sempre vantaggiosa. In poche parole, conviene sempre specializzarsi in un settore di produzione se quest'ultimo comporta un impiego di tempo e investimenti inferiore rispetto agli altri settori.
Facciamo un esempio pratico con i nostri due Paesi. Ipotizziamo che nella produzione di stoffa la Francia impieghi meno risorse ed energie rispetto a qualunque altra merce di sua produzione. E che da parte sua la Spagna abbia una grande produzione di grano che comporta una spesa minore rispetto a tutte le altre merci che produce. È chiaro che se i due Paesi si specializzano rispettivamente nella produzione di stoffa e di grano, possono trarre vantaggi economici sia a livello nazionale sia a livello internazionale, commercializzando la merce prodotta con l'estero.
Queste teorie dimostrano che è sufficiente che ci sia un vantaggio comparato di produzione, a prescindere dal vantaggio assoluto, perché il commercio mondiale sia conveniente.
Secondo questo approccio, il commercio internazionale permette quindi di migliorare il tenore di vita di ogni Paese e di incrementare la produzione mondiale.
Il commercio internazionale in Europa
L’Unione Europea è una delle economie più aperte verso i mercati esteri, oltre a essere il più grande mercato unico del mondo.
Uno dei principi dell’UE è proprio il libero scambio tra gli stati membri, quindi il commercio internazionale.
Oltretutto, l’UE collabora anche con l’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) per definire sempre più norme globali ed eliminare gli ostacoli agli scambi internazionali.
Ovviamente, ogni accordo commerciale tra UE e altri Paesi interessati è unico, ha i propri dazi e deve rispettare le proprie norme, ma se hai intenzione di affacciarti al commercio internazionale e ti trovi all’interno dell’Unione Europea le cose potrebbero essere più semplici (o per lo meno più agevolate) di quello che potresti pensare.
L’Italia nel commercio internazionale
Secondo il Rapporto sul Commercio Estero, che misura l’attrattività di 144 economie mondiali, l'export italiano ha restrato una crescita tendenziale del 22,4% nei primi 6 mesi del 2022.
Questa crescita riguarda quasi tutti i settori: prodotti alimentari e bevande, settore dei metalli, prodotti chimici, degli apparecchi elettrici ecc.
Mentre, i Paesi verso i quali l'export italiano ha registrato una maggiore crescita sono nell'ordine Turchia, Belgio, Stati Uniti, Spagna, Austria, Romania, Paesi Bassi, Regno Unito e Francia. Soltanto per la Russia si è registrata una flessione a causa del conflitto con l'Ucraina.
Assodato quindi che il commercio internazionale è conveniente e che in Italia continua a registrare una crescita, perché non lanciarsi in questo business?
Se è la domanda che ti stai facendo, ecco come farlo.
Come iniziare a vendere all’estero?
Non esiste una formula standard per iniziare a vendere all’estero, un po’ come non esiste un unico modo per vendere online, ma ci sono dei passi fondamentali per avviare la tua attività internazionale:
- Scegli dove vendere
- Configura i domini internazionali
- Traduci nella loro lingua
- Studia le strategie di marketing più adatte
- Trova metodi di spedizione efficienti e vantaggiosi
- Rispetta le normative fiscali
1. Scegli dove vendere
Non basta decidere di vendere “in tutto il mondo”. Tutte le analisi che hai fatto per vendere in Italia, dovranno essere ripetute per la tua vendita all'estero. Una volta scelta la tua nicchia di mercato, sarà bene valutare per quali mercati può essere adatta. Ricordati che vendi a delle persone che, in base alla loro cultura, lingua, tradizioni e religione, potrebbero avere gusti diversi da quelli italiani. Pertanto quello che va bene in Italia potrebbe essere fuori mercato in altri Paesi europei e non.
2. Configura i domini internazionali
Vendere all’estero vuol dire anche offrire a ogni Paese un sito web che abbia uno specifico dominio. Oltre ad aiutarti nella fidelizzazione del cliente, aumenterà la probabilità che i clienti paghino nella loro valuta locale, senza inutili operazioni manuali che rischiano di far aumentare il tasso di abbandono del carrello online.
Oltre a impostare il tuo negozio per la vendita internazionale, dovrai prestare particolare attenzione al marketing e agli sforzi promozionali richiesti dai singoli Paesi. La customer experience deve risultare naturale in ogni mercato, altrimenti rischi di buttare via tempo e soldi.
3. Traduci nella loro lingua
Non pensare che basti avere un sito in inglese per vendere a livello internazionale. Se hai deciso di vendere in Germania vorrai offrire ai tuoi clienti un sito in tedesco e lo stesso vale per tutti gli altri Paesi. I tuoi clienti esteri dovranno avere l’impressione che tu stia parlando proprio a loro e alla loro cultura, e non che tu abbia semplicemente tradotto il tuo messaggio nella loro lingua.
4. Studia le strategie di marketing più adatte
Ogni mercato ha le sue aspettative, anche e soprattutto quando si parla di marketing. La tua comunicazione, le tue inserzioni e le campagne che promuoverai dovranno rispettare queste esigenze. Prima di elaborare le tue strategie di marketing, studia bene il mercato, osserva i competitor locali per apprendere tecniche diverse di comunicazione più consone alla nuova cultura.
5. Trova metodi di spedizione efficienti e vantaggiosi
Le spedizioni internazionali devono essere veloci ed efficienti ma i costi di spedizione non devono pesare troppo sui clienti. Altrimenti faranno in fretta a rivolgersi a un competitor locale. Ricordati che anche questo influisce sulla tua brand awareness. A seconda dei casi una buona soluzione può essere la spedizione epacket.
6. Rispetta le normative fiscali
Ogni Paese avrà le sue normative e adempimenti da rispettare. Primo fra tutti, se vendi all’interno dell’Unione Europea, l’iscrizione al regime OSS UE, per versare l’IVA nel mercato europeo. Ricordati inoltre di provvedere all'iscrizione al VIES, il sistema che consente di controllare la partita IVA e la sua validità a livello internazionale e di rispettare il GDPR, il Regolamento Europeo per Protezione dei Dati. Prima di lanciare ufficialmente la tua attività, rivolgiti a un professionista per assicurarti di essere in regola.
Ah, e se hai creato o vuoi creare il tuo negozio online con Shopify, ti potrebbe interessare sapere che Shopify ti offre tutti gli strumenti per vendere oltre i confini nazionali, dalla possibilità di convertire i prezzi del tuo negozio nelle valute locali, alla gestione dei metodi di pagamento per i tuoi clienti internazionali.
Commercio internazionale: conclusioni
A questo punto dovresti aver capito che, se fatto come si deve, il commercio internazionale può rappresentare un’incredibile opportunità e comportare diversi vantaggi.
D’altronde, nell’era della realtà aumentata, del metaverso e della globalizzazione è quasi assurdo pensare che delle semplici frontiere tra Paesi possano rappresentare un ostacolo al commercio.
Shopify è uno degli attori globali che lavora per rendere il commercio internazionale più accessibile a tutti, a partire dalla semplicità di creare un negozio online in grado di sostenere la vendita all’estero.
Se hai consigli da condividere sul commercio internazionale e sulla vendita all’estero, non esitare a raccontare la tua esperienza nella sezione Commenti qui sotto.