Ricordo ancora la prima volta che dissi a qualcuno che lavoravo “da remoto”. La prima risposta che ricevetti fu “Remoto è il nome dell’azienda?”. Ma se si trattava di un concetto decisamente poco conosciuto 10 anni fa, oggi il telelavoro è all’ordine del giorno. E non solo.
Nomadismo digitale, remote work, smart working, telelavoro. I termini che girano intorno al lavoro da remoto sono tantissimi, e non tutti intercambiabili.
E se è vero che la pandemia di Covid-19 ha dato un’enorme spinta al lavoro da remoto, con aziende che hanno scelto di far lavorare da remoto tutti i loro dipendenti, è anche vero che non si è trattato certo di un fenomeno passeggero.
Nonostante alcune resistenze iniziali, e l’ancora presente scetticismo di alcuni, il telelavoro offre innumerevoli vantaggi, per le aziende e per i dipendenti.
Inutile negarlo quindi, il telelavoro è qui per restare. Ma di cosa si tratta esattamente?
L’obiettivo di questo articolo è proprio quello di offrirti una definizione di telelavoro e aiutarti a capire la differenza tra telelavoro e smart working.
Ah, e alla fine troverai anche qualche suggerimento su come chiedere di lavorare da casa.
Che aspetti allora? Continua subito a leggere e scopri tutto quello che c’è da sapere sul telelavoro.
Cos’è il telelavoro
Il termine telelavoro indica la modalità di lavoro secondo la quale gli impiegati lavorano da una location alternativa o distaccata dalla sede aziendale, con un contratto full-time, part-time o temporaneo.
Gli impiegati hanno la possibilità di lavorare da casa propria, in aree di coworking o in qualunque altra sede che non sia l’azienda.
Quanti tipi di telelavoro esistono?
In base al luogo presso cui viene svolta l’attività lavorativa, possiamo identificare diversi tipi di telelavoro:
- Telelavoro domiciliare: come puoi intuire dal nome, si tratta del telelavoro svolto dalla comodità di casa propria. Comodità, certo, ma che comporta anche diverse sfide che rendono indispensabile avere gli strumenti giusti. Chiaramente, sarà necessario disporre delle apparecchiature necessarie a mantenere un’efficace comunicazione con il proprio datore di lavoro.
- Telelavoro mobile: riguarda principalmente alcune categorie di lavoratori come agenti di commercio o rappresentanti, ovvero coloro che non svolgono la propria attività in una sede fissa, ma nelle sedi dei clienti e tramite l’utilizzo di dispositivi come smartphone o computer.
- Telelavoro da centro satellite: conosciuto anche come telelavoro remotizzato, è quello in cui i lavoratori si recano in un'apposita sede, di proprietà dell’azienda per cui lavorano o di aziende esterne.
- Telelavoro Office-To-Office: secondo questa modalità di telelavoro i lavoratori si trovano in un ufficio tradizionale, ma fanno parte di un gruppo di dipendenti che si trovano in diverse parti del mondo.
- Azienda virtuale: quello che caratterizza le aziende virtuali è il tipo di telelavoro che si è maggiormente diffuso a partire dal 2020. Le aziende virtuali non hanno una sede fisica, dispongono di un efficace network comunicativo che consente a tutte le parti di lavorare in modo efficace e possono ridurre i costi fissi e le difficoltà proprie delle sedi fisse.
Telelavoro: come funziona?
In pratica, il dipendente presta la propria attività secondo una delle modalità di telelavoro di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente, in una sede diversa da quella aziendale.
Nonostante non si trovi nella sede aziendale, l’attività è comunque fissa e supportata da strumenti che consentano di comunicare con l’azienda, con i colleghi e con eventuali parti esterne.
Ma se oggi tutto questo ci sembra più che normale, prima della pandemia di Covid-19 il telelavoro era una modalità di organizzazione dei dipendenti che ha decisamente fatto fatica a prendere piede.
Un po’ a causa di una cultura del lavoro statica e intransigente, un po’ per mancanza di interesse da parte delle aziende negli investimenti necessari per gestire una forza lavoro che operasse da remoto, si trattava di una modalità che difficilmente si poteva definire di successo.
Il 2020 ha cambiato le carte in tavola, ed entro un anno la percentuale di persone che hanno iniziato a lavorare da remoto almeno occasionalmente è aumentata dall’11 al 48% (Fonte: Eurostat 2019).
Sembra proprio che il lavoro da remoto non tornerà ai numeri pre-pandemia, ed è quindi sempre più importante capire come funziona il telelavoro e quali vantaggi comporta.
I 6 vantaggi del telelavoro
I telelavoratori hanno gli stessi diritti dei lavoratori che svolgono la propria attività all’interno della sede aziendale, motivo per cui spesso si tende a preferire la flessibilità del telelavoro. Ma non è certo l’unico motivo. Questa forma di organizzazione del lavoro comporta infatti diversi vantaggi, sia per le aziende che per i dipendenti.
Ma quali sono i principali vantaggi del telelavoro?
- Le aziende risparmiano notevolmente sulle spese fisse e sulla manutenzione delle strutture.
- La struttura delle Risorse Umane in telelavoro può essere ottimizzata anche grazie all’utilizzo di assistenti virtuali.
- Il dipendente ha la possibilità di gestire meglio il proprio equilibrio vita/lavoro, grazie a una maggiore autonomia e libertà.
- Il tempo normalmente impiegato per andare e tornare dall’ufficio può essere valorizzato, e i costi e i tempi legati al pendolarismo sono notevolmente ridotti (se non eliminati del tutto).
- Il clima aziendale e la produttività migliorano, grazie alla possibilità di svolgere il proprio lavoro in un ambiente adatto ai lavoratori e senza stress.
- Anche l’ambiente ne ha beneficio, a causa della riduzione delle emissioni di CO2 causate dal traffico e dagli impianti di climatizzazione degli uffici.
Alcuni di questi vantaggi appartengono anche allo smart working, ma tra telelavoro e smart working esistono delle differenze sostanziali.
→Clicca qui per lanciare il tuo ecommerce in dropshipping con Shopify
Telelavoro e smart working: differenze
La differenza tra telelavoro e smart working è che il telelavoro è una scelta che il dipendente fa all’inizio del rapporto di lavoro, impegnandosi a lavorare da remoto restando sempre online e reperibile durante l’orario di lavoro.
Al contrario, lo smart working non è una scelta definitiva. Può essere una soluzione temporanea o flessibile. In pratica, potremmo considerarlo un po’ come l’evoluzione del telelavoro.
Inoltre, nonostante anche chi lavora in smart working deve rispettare i compiti e le scadenze assegnate dall’azienda, chi lavora in telelavoro è soggetto a dei limiti più stringenti dovuti soprattutto alla necessità di una postazione fissa.
Chi lavora in smart working può tranquillamente svolgere il proprio lavoro da un parco, una spiaggia o da un treno diretto chissà dove.
D’altro canto, se lo smart working permette sicuramente una maggiore flessibilità, il telelavoro è una soluzione tendenzialmente più stabile.
Entrambe hanno vantaggi e svantaggi, ma proprio in quanto modalità ben divise sono regolate da normative precise (e diverse).
Le normative che regolano il telelavoro nel 2022
L’accordo interconfederale sul telelavoro del 9.06.2004 chiarisce le modalità secondo le quali deve essere organizzata questa modalità lavorativa.
Il telelavoro è disciplinato anche dal MISE, in particolare per quanto riguarda:
- Piano per l’utilizzo del telelavoro, che regola la percentuale di personale assegnato e la previsione dei progetti di cui si prevede l’attivazione.
- Attività non telelavorabili, ovvero quelle per le quali non è possibile portare documenti all’esterno della sede di lavoro, o per le quali siano necessarie relazioni presenziali con altri dipendenti o collaboratori.
- Risorse finanziarie, secondo cui il telelavoratore ha diritto allo stesso stipendio del lavoratore che si trova all’interno della sede aziendale.
- Disciplina generale del telelavoro, tutto quello che comporta obblighi, tutela, costi e gestione.
Altri articoli della normativa che regola il telelavoro riguardano aspetti come l’ambito territoriale, il profilo orario, la reperibilità, i rientri in sede, la postazione e molto altro ancora.
Insomma, le normative che stabiliscono diritti e doveri di aziende e telelavoratori non mancano.
L’importante, ad ogni modo, è che tra telelavoratore e azienda ci sia una chiara comunicazione, che entrambe le parti siano tutelate e che il lavoratore possa svolgere la propria attività in modo efficiente ed efficace.
Extra: come chiedere di lavorare da casa?
Se l’azienda per cui lavori (o per cui vorresti lavorare) offre già la possibilità di lavorare da casa, il gioco è fatto! Esprimi questa tua preferenza, con le tue motivazioni, e non dovresti incorrere in particolari difficoltà.
Ma come comportarti se l’azienda non ha ancora preso in considerazione l’opzione del telelavoro?
Per prima cosa, armati di documentazioni. Preparati a far vedere all’azienda statistiche ed esempi che dimostrino l’efficacia e i vantaggi di questa modalità.
Parla in maniera sincera delle tue motivazioni personali, ovvero quello che ti spinge a voler lavorare da casa.
Sottolinea eventuali prestazioni precedenti - svolte grazie al telelavoro - e fai vedere all’azienda che lavorare da casa non avrà un impatto negativo sul tuo rendimento, anzi.
Anticipa eventuali obiezioni che l’azienda potrebbe sollevare, sfrutta i contenuti che hai trovato in questo articolo e sono sicura riuscirai a convincerli.
Consiglio: se hai bisogno di un back-up, usa esempi di aziende che hanno deciso di essere digital-only. Una di queste? Shopify, che da maggio 2020 ha spostato tutti i propri dipendenti in smart working!
E se proprio non dovessi riuscire a convincere la tua azienda in un primo momento, non demordere. Il telelavoro e lo smart working sono davvero il futuro, e vedrai che se ne renderanno conto anche loro.
Telelavoro: conclusione
Sì, so cosa stai pensando: non tutte le attività sono adatte al telelavoro. Certo, è vero.
Ciononostante, è innegabile che il mondo in cui viviamo stia diventando sempre più digital. Possiamo prenotare la cena tramite un’app, ritirare la spesa da un locker o riceverla direttamente a casa evitando le file interminabili dei supermercati, e persino consultare un medico in videochiamata.
Tant’è che sempre più persone si ritrovano a desiderare di uscire dagli schemi del classico lavoro d’ufficio per lavorare da una bella spiaggia tropicale.
Non è detto che lavorare su una spiaggia sia per tutti (e va bene così), ma se non volessi più dover perdere preziose ore del tuo tempo tra metro e bus in ritardo, continuando a svolgere il tuo lavoro in modo efficiente...perché non prendere in considerazione il telelavoro?