leadership: significato

Leadership: di cosa hai bisogno per essere un vero leader?

ARTICOLO di

Si sente sempre più spesso parlare di leadership, sia in modo positivo che negativo, e non c’è da stupirsi: un grande leader può cambiare le sorti di un’azienda, di un Paese o ancora, se si parla di leadership personale, della tua stessa vita.

Ma quali sono le caratteristiche necessarie a un vero leader per guidare un’impresa, una comunità o un qualsiasi gruppo di persone?

Per capirlo dobbiamo chiarire bene cos'è la leadership e come si coltiva. Per riuscirci ti mostrerò alcuni esempi molto noti di persone che hanno saputo utilizzare le capacità di leadership per cambiare il proprio destino e addirittura quello del mondo intero.

Chi è il leader

Leader è uno dei tanti termini inglesi entrati nella lingua italiana. La sua etimologia risale al verbo to lead che ha due significati:

  • Guidare (fare da guida)
  • Primeggiare (nel senso di essere il primo tra i tanti).

Da questi due significati, è chiaro che il leader è quella persona che, stando in un posto più alto di una scala gerarchica, ha il dovere di guidare coloro che stanno al di sotto della piramide. Può essere un leader politico - e condurre una nazione - oppure un leader di settore (e guidare un'intera industria)... 

Insomma, di stili di leader ce ne sono tanti ma una cosa è chiara: il leader non è il capo. Una buona guida vince solo se riesce a tirare fuori il meglio dai suoi collaboratori; se valorizza le capacità di ognuno; e prende parte attiva al lavoro del team.

Un capo comanda dall'alto verso il basso, un leader coopera e facilita il lavoro dei suoi dipendenti.  

Il significato di leadership

Secondo la definizione della Treccani è la “funzione e attività di guida, sia con riferimento a individui o un’impresa[...], sia in senso politico-sociale”. 

Io voglio presentarti il significato di leadership attraverso due esempi: due persone molto note che incarnano alla perfezione, seppur in modi molto diversi, il concetto di guida.

undefined

Steve Jobs e la sua leadership controversa

Il ben noto genio di Cupertino ha fondato Apple all’inizio degli anni ottanta ma poi, paradossalmente, è stato licenziato dalla sua stessa azienda nel 1985. 

Dopo aver perso Steve, però, l’azienda ha iniziato una discesa verso il baratro sfiorando la bancarotta, interrotta solo da un colpo di scena da film: nel 1999 il fondatore è tornato a bordo per riprendere il timone della società, facendola diventare la Apple che conosciamo tutti.

Ma com’è possibile? 

Steve non aveva particolari qualfiche professionali: non era un ingegnere, non era un artista o un designer. In compenso, aveva una dote unica: era un leader.

Steve era in grado di motivare e guidare le sue truppe ed è per questo che è riuscito a creare la vision unica di Apple che tutti conoscono.

Steve non era un manager, infatti alla gestione dei vari prodotti Apple e servizi c'erano altre persone fidate e molto più preparate di lui. Non era quello il suo ruolo, bensì quello di motivare le persone a dare il meglio di sé e creare prodotti di successo. A volte anche con metodi controversi, dato che Jobs è passato alla storia come leader geniale ma anche sregolato. Ma sicuramente, questo è innegabile, efficaci.

Quindi se prendiamo Steve Jobs come esempio, possiamo dire che la leadership è l’arte di guidare un gruppo o una organizzazione verso la propria visione.

Da questa definizione possiamo capire che la leadership non è uguale per tutti, infatti non tutte le organizzazione o gruppi vengono guidati alla stessa maniera e con le stesse tecniche. 

Ma rimane il fatto che un leader ispira le persone piuttosto che ordinare alle persone cosa fare.

Ti faccio un esempio di leadership completamente diversa per farti capire, di una delle persone più famose al mondo: Martin Luther King.

undefined

La leadership di Martin Luther King

Martin Luther King è stato uno dei leader più conosciuti della storia. 

Lo dimostra il fatto che nel suo discorso più famoso, tenutosi di fronte al Lincoln Memorial nell’Agosto del 1963, è riuscito a radunare oltre 250.000 persone.

E ovviamente nel 1963 non c’era internet, oggi che la viralità delle notizie è all’ordine del giorno organizzare eventi come questo è molto più semplice. Quella volta King è riuscito a fare qualcosa di a dir poco straordinario.

Ma la domanda da farsi è “perché”? 

Perché oltre 200 mila persone hanno deciso di essere di fronte a dottor King?

Perché hanno passato giornate intere in viaggio attraverso gli Stati Uniti, investendo i propri soldi ed il proprio tempo per essere li?

La risposta è perché credevano nella stessa visione di Martin Luther King, negli stessi ideali e nello stesso futuro che lui prospettava.

Non lo hanno fatto perché gli è stato ordinato di farlo ma perché volevano farlo.

Non per niente il dottor King nel suo discorso ha detto “I have a dream” e non “I have a plan”. Basta questo dettaglio per rimarcare la differenza tra un leader ed un manager o capo classico.

E non per niente altri leader in tutto il mondo seguono il suo esempio ancora oggi. Pensa ad esempio a una ragazzina come Greta Thunberg, che con le sue proteste solitarie è riuscita a radunare un movimento globale. 

Ecco, la leadership è anche questo: non urlare più forte del rumore, ma fare in modo che il nostro silenzio sia più rumoroso ancora.

undefined

Come si sviluppa la leadership: 4 caratteristiche di un leader

C’è chi sostiene che la leadership sia una dote innata. Sicuramente può esserci qualche componente preesistente, ma secondo le ricerche non è così.

In buona parte è una qualità che si apprende e si coltiva, anzi una serie di qualità, e lo dimostra il fatto che un leader di successo non sia tale in tutti gli ambiti della propria vita.

Per essere un buon leader bisogna metterci tantissimo impegno e studio, e soprattutto entrare nel mindset giusto - cosa non facile da fare. 

Come possiamo estrapolare dagli esempi sopra, ci sono alcuni aspetti più importanti di altri e soft skill che il leader deve avere per essere tale. Abbiamo raccolto quattro caratteristiche di un leader eccellente. Partiamo con un elemento imprescindibile: l'ascolto. 

1. Ascolto

Un buon leader sa ascoltare e prima di parlare e dire la sua, si assicura di aver pienamente capito ed appreso il punto di vista del suo interlocutore.

Ti è mai capitato di avere già pronta la risposta da dare mentre una persona ti parla?

Ecco questo è un atteggiamento da evitare: aspetta di sentire tutto quello che la persona che hai di fronte ha da dire e concentrati sul concetto espresso, elaboralo e solo in un secondo momento dai un feedback in risposta.

La cosa importante che un leader sa bene è che puoi imparare tanto dalla persona che hai di fronte, e non per forza tu sei l’unico ad avere la verità assoluta.

Questo mindset sarà molto apprezzato dai tuoi collaboratori i quali vedranno in te una figura con cui avere un confronto costruttivo e con cui entrare in dialogo per migliorarsi. 

Non per niente Steve Jobs ha detto che non ha senso assumere persone intelligenti per dire loro cosa fare, bisogna assumerle per farsi dire cosa fare. Se non è una massima sull’ascolto da incorniciare, questa!

undefined

2. Lascia che le persone commettano degli errori 

Una delle piaghe che affligge la maggior parte delle aziende è la paura del fallimento o di commettere degli errori.

Il fallimento è visto troppo spesso come se fosse una piaga mentre in altre culture non solo è molto tollerato ma è anche considerato come un'opportunità di crescita.

Per questo se hai delle persone che lavorano per te, è molto importante che tu dia loro totale carta bianca e, se sbagliano, l’unica cosa di cui ti devi assicurare è che l’errore sia stato fonte di riflessione e che ci sia un piano per non commetterlo di nuovo.

Con questa metodologia non solo potrai far crescere le competenze del tuo team ma soprattutto le persone che lavorano con te si sentiranno anche libere di trovare strategie nuove e sapranno di far parte di un ambiente di crescita e di stimolo.

undefined

3. Fai tesoro delle critiche

Le critiche, se ben poste, possono essere uno dei modi migliori per farti crescere come persona e per far crescere l’azienda che stai guidando.

Pensa ad esempio che aziende come Netflix hanno implementato una politica di open feedback.

Ciò significa che ognuno può essere libero di dare feedback costruttivi ai propri colleghi, letteralmente anche l'ultimo arrivato può criticare il CEO se ritiene che quest'ultimo abbia fatto qualcosa di sbagliato.

Questa politica di open feedback ha permesso ai dipendenti dell’azienda di crescere a dismisura, poiché ogni volta che qualcuno aveva un atteggiamento negativo o faceva qualcosa di sbagliato, c’era un collega che mostrava in maniera costruttiva l’errore commesso così che l’interessato potesse migliorare, non solo come lavoratore ma anche come persona.

Ovviamente le critiche vanno di pari passo con la capacità dell’ascolto, e nel caso si decidesse di implementare questa politica è importante definire delle linee guide su come dare feedback costruttivi e non critiche fini a se stesse.

4. Ammetti i tuoi errori

C’è una credenza generale che vede il leader come una persona che non può mai sbagliare niente, che ha sempre la soluzione giusta pronta, ma non è così.

Un vero leader sa delegare ciò che non sa fare adeguatamente, e parimenti sa ammettere quando commette un errore perché lo vive come un modo per apprendere. E lo fa capire a chi lo circonda.

Ci sono persone che anche di fronte ad un errore palese non riescono ad ammetterlo, e anzi scaricano sempre sugli altri le colpe. Se questo è il tuo atteggiamento, fai attenzione: potresti andare a minare drasticamente al tua credibilità di fronte a collaboratori e partner.

È importante che tu venga visto come una persona che non vuole avere sempre ragione ma che anzi sia disposta a sbagliare per crescere.

come si sviluppa la leadership: 4 passi

La caratteristica fondamentale di un leader 

Queste quattro sono tutte caratteristiche che permettono a un leader riconosciuto di essere tale, certo. 

Ma come diventare leader da zero? 

Per capirlo torniamo agli esempi di prima dove abbiamo parlato di Steve Jobs e Martin Luther King: cosa hanno in comune questi due grandi leader?
Anzi, tutti i leader?

Tutti i leader sono accomunati da un punto fondamentale: credono fermamente in quello che fanno e nella loro visione. Ci credono così tanto che la porterebbero avanti anche da soli, con tutti contro. E questo è sempre un’ispirazione per le persone.

Martin Luther King credeva profondamente nella possibilità di cambiare la cultura americana ed in ogni suo discorso si poteva percepire la sua passione e la sua visione. Una visione che ha accomunato molte persone e ha portato Martin a sacrificare la sua stessa vita per essa.

La stessa cosa vale per Steve Jobs, che credeva profondamente nell’impatto che i computer potessero avere nel migliorare la vita di ogni singolo individuo sulla faccia delle terra.

E infatti molte volta ha rinunciato a profitti aziendali importanti pur di avere il prodotto che riteneva perfetto.

Per farti un esempio, quando l’iMac è stato lanciato, Steve Jobs odiava che nella macchina fosse stato montato un lettore CD con un carrello estraibile: per i suoi iMac, voleva assolutamente avere un lettore in cui l’utente potesse inserire direttamente il CD senza nulla che dovesse uscire.

Il problema era che molti di questi lettori non supportavano la scrittura di dati su CD e avevano basse performance ad un costo superiore, ma la passione di Steve per il prodotto perfetto lo ha portato a proseguire lungo la sua strada. E nonostante non sia stata la soluzione ottimale, le persone hanno amato l’iMac e la sua unicità anche per questi dettagli.

Per essere un leader riconosciuto è fondamentale che tu creda profondamente in ciò che fai, perché altrimenti sarà molto difficile avere la passione necessaria per guidare persone che credano in te e nella tua visione. Leadership e compromesso, insomma, non vanno d’accordo.

undefined

Stili di leadership

Fino ad ora abbiamo parlato di leader descrivendone caratteristiche, atteggiamenti costruttivi e distruttivi. Così facendo, tuttavia, rischiamo di dimenticarci che dietro al volto di leader c'è una persona con il suo carattere, pregi e difetti. 

Dalla grande varietà dell'animo umano, quindi, si sono sviluppati diversi stili di leadership perché - a seconda delle proprie inclinazioni caratteriali - tutti possiamo diventare delle guide... devi solo trovare la modalità più adatta a te. 

Di seguito puoi trovare i principali stili di leadership identificati. 

Leadership democratica

Probabilmente il migliore tra gli stili di leadership che presenteremo in questo elenco. La leadership democratica si ha quando il leader prende decisioni sulla base del feedback dei propri collaboratori.

Chiaramente la guida ha l'ultima parola, ma il fatto che prenda in considerazione il parere altrui favorisce un ambiente lavorativo disteso in cui ogni persona sa che la propria opinione conta. 

Un leader democratico, per riassumere, cede parte del suo potere e lo pone nelle mani di collaboratori e dipendenti. 

Leadership laissez-faire

Laissez-faire è un'espressione che viene dal francese e si traduce come lascia fare. Se nel caso della leadership democratica abbiamo una guida che cede parte del suo potere, nella leadership laissez-faire siamo in un regime di autodeterminazione. 

Il leader affida completamente il proprio potere nelle mani dei suoi collaboratori: non limita, non definisce, si fida ciecamente.

In questo caso, il ruolo del leader si trasforma: non è più una guida ma più un supervisore delle attività, pronto a intervenire in caso di questioni complesse. 

In questo tipo di leadership, il rischio è sedersi su se stessi: se mancano stimoli, sfide, dialogo, continui a fare ciò che sai fare senza alzare l'asticella mettendo così a repentaglio la crescita del business.

undefined

Leadership autocratica

Ci troviamo all'estremo opposto della leadership democratica. In questo caso il leader è una persona sola contro il mondo: le sue decisioni sono basate solo su se stesso senza prendere in considerazione il parere dei collaboratori. 

Una monarchia travestita da leadership, quindi: qui abbiamo un capo, non un leader. 

Una leadership di questo tipo ha come rischio quello di creare malcontento tra i dipendenti i quali si sentono trascurati, non valorizzati, poco importanti per l'azienda. Come conseguenza immediata della leadership autocratica potrebbe esserci un aumento di dimissioni, una fuga di talenti. 

Leadership coach

Entriamo in ambito sport con la leadership da coach. Proprio come un allenatore, il leader cerca di tirare fuori il meglio da ogni giocatore che ha in squadra: cerca di valorizzarne il profilo facendo leva sui suoi punti di forza in termini sia di hard skill sia di soft skill. 

Il ruolo del leader coach, in sintesi, è quello di creare il miglior schema di gioco per vincere set, partita e anche il campionato. 

Per avere una squadra vincente, però, il leader coach non può puntare solo sul capitano: deve favorire la comunicazione e il dialogo tra tutti i suoi collaboratori. Questo clima di cooperazione facilita il lavoro di squadra e il raggiungimento degli obiettivi di business.

Ultima caratteristica fondamentale del leader coach è anche saper spronare i suoi collaboratori: li spinge a dare sempre il massimo, ad acquisire nuove conoscenze, ad essere sempre la versione migliore di se stessi. Un clima perfetto per favorire la crescita professionale di ogni singolo dipendente. 

Accanto alla leadership democratica: è uno tra gli stili di leadership più efficaci. 

undefined

Leadership burocratica

Se dovessimo paragonarla a uno degli stili di leadership presentati finora, la leadership burocratica ha dei tratti in comune con quella autocratica. In questo caso, il leader è il cane da guardia della policy aziendale. 

In pratica, ascolta il parere dei collaboratori ma evita di trasformarlo in azione se il consiglio va in conflitto con le regole precedentemente definite. È aperto al cambiamento anche se ancorato alla realtà attuale dell'azienda. 

Nel momento in cui un collaboratore propone una strategia fuori dai soliti schemi, il leader burocratico potrebbe dire di no. Le possibili conseguenze di questo atteggiamento sono chiare: potresti rischiare di perderti delle grandi occasioni di crescita per il tuo business. 

Leadership transazionale

La leadership transazionale è molto comune nell'ambito delle vendite: i team sales, in genere, hanno un premio sulla base delle loro performance. 

In poche parole, il leader transazionale è la persona che stabilisce degli obiettivi da inseguire e poi offre un incentivo (economico o professionale) a coloro che li hanno raggiunti. 

Se da un lato premiare i propri collaboratori a fronte di un lavoro ben eseguito è sicuramente encomiabile, dall'altro se ci si limita a pochi obiettivi c'è il rischio di stasi. Immagina: il tuo obiettivo è portare 200 clienti nuovi in un anno. Ti dedicherai anima e corpo a quello tralasciando tutto il resto perché sai che per quell'obiettivo avrai una ricompensa.

A questo c'è una soluzione ovvero offrire degli incentivi non programmati per qualche progetto particolarmente interessante avviato dai tuoi collaboratori o qualche iniziativa che va al di là degli obiettivi stabiliti. 

Questa leadership può spingere il tuo team a lavorare meglio, andare oltre ai propri limiti consci del fatto che esiste un regime di meritocrazia.

undefined

Leadership strategica

Il leader strategico è mediatore tra l'azienda e i dipendenti. È portavoce della vision e guida i propri collaboratori nella stessa direzione con un unico scopo: far crescere l'azienda nel migliore dei modi. 

È profondamente connesso con la parte più burocratica della leadership ma questo non rappresenta un limite: l'azienda infatti è una scultura nelle sue mani che viene plasmata e riorganizzata a seconda di come si evolve il mercato e il settore in cui opera.

La sua conoscenza così approfondita del mercato e dell'azienda lo rendono un vero e proprio influencer nei confronti di colleghi e collaboratori, un trascinatore che conduce le persone verso una crescita strategica del business. 

Leadership trasformazionale

Il leader trasformazionale è colui che spinge costantemente i propri collaboratori e dipendenti al di fuori della loro zona di comfort. Sfide da completare, obiettivi da raggiungere: questo è ciò che la leadership trasformazionale ha come stella polare che guida il suo cammino. 

Un leader di questo tipo è un continuo stimolo alla crescita, infonde fiducia, mantiene alto l'umore del team in modo da avere un clima fertile per poter migliorare costantemente sia come singoli sia come gruppo di lavoro. 

undefined

Leadership personale

La costruzione della leadership personale, in ultima analisi, parte da se stessi - e non è un processo breve. 

Infatti, prima di riuscire ad ispirare altre persone, bisogna sapere ispirare e motivare se stessi.

Per questo per essere leader bisogna applicare la leadership anche a se stessi, un processo di crescita personale che ti deve portare a cambiare la tua visione e soprattutto le tue abitudini.

Si dice che siamo quello che facciamo è quindi sono le abitudini che ci permettono di modellare il nostro carattere.

Devo quindi inserire nella tua routine quotidiana delle sane abitudini che ti permetteranno di migliorare te stesso, e tra le più importanti ti posso citare le seguenti, utilizzate anche da molti leader visti sopra:

Tieni un diario personale

È importante analizzare se stessi, i propri pregi e soprattutto i propri difetti; per questo se vuoi migliorare caratterialmente ed eliminare i tuoi difetti, devi iniziare a fare caso a tutti quei piccolo errori che vorresti non commettere.

Il diario personale può essere uno ottimo strumento dove segnare ogni giorno questo genere di cose, senza giudizi.

Infatti come ho accennato prima, non sono solo gli errori che devi scrivere nel diario, ma anche i successi e le piccole gioie che hai vissuto nella giornata, così che tu possa avere una visione a 360 gradi suoi punti di forza e di debolezza della tua esistenza.

Bastano 5 minuti la sera prima di andare a letto, ti assicuro che potranno avere un enorme impatto nella tua vita.

Cambiare le proprie abitudini un passo alla volta

Se ti sei reso conto che un aspetto del tuo carattere non funziona e vuoi apportare delle modifiche drastiche alle tue abitudini per correggere l’errore, allora inizia facendo piccoli passi.

Infatti acquisire abitudini nuove non è facile e può richiedere mesi di lavoro, per questo è molto facile stancarsi e rinunciare.

Un modo efficace per cambiare le proprie abitudini con successo è quello di iniziare con poco lavoro e aumentare gradualmente.

Per farti un esempio, immagina di esserti reso conto di avere un problema con l’ascolto. Per risolverlo, dovrai cambiare lentamente le tue abitudini e i tuoi costrutti mentali, così che ciò che ti viene automatico oggi (rispondere senza ascoltare) non lo sia domani.

Potresti coinvolgere qualcuno che ti è caro come il tuo partner e chiedere il suo aiuto per aiutarti a farti notare quando lo fai a casa, e ogni volta che succede mettere 1€ in un’apposita cassetta. 

Successivamente, potresti iniziare a farlo anche al lavoro, perché a quel punto te ne accorgeresti anche da solo. E pian piano saresti in grado di fermarti e ascoltare senza bisogno di tirare fuori nessuna moneta!

Facendo piccoli passi è vero che dovrai avere più pazienza e magari i risultati ci metteranno un po’ di più ad arrivare, però sicuramente la probabilità di successo nel lungo termine si alza drasticamente perché avrai acquisito e interiorizzato il cambiamento che cerchi.

La leadership come esercizio: conclusione

Ormai dovrebbe essere chiaro che la leadership è, come già detto sopra, la capacità di un individuo di riuscire a motivare e coinvolgere le persone intorno a sé e alla propria visione.

Non c’è una ricetta unica per farlo, ci vuole tanta introspezione e fiducia verso il prossimo, e soprattutto devi credere nella visione che vuoi ispirare negli altri, così che tutte le persone che ti seguono possano condividere la tua stessa passione.

Ma più di tutto, come avrai capito, è importante investire su se stessi e sulle abilità che, se coltivate, ci permetteranno di essere leader veri, con impegno, costanza e volontà.

Ti potrebbero interessare anche: