quando e come aprire partita iva

Quando e come aprire una Partita IVA nel 2022

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Quando aprire una Partita IVA

Qualche tempo fa abbiamo risposto alla domanda fondamentale di chiunque si avvicini al mondo del Drop: è possibile fare il Dropshipping senza Partita IVA?

Come abbiamo visto in quell’articolo tale possibilità esiste solo in caso di negozio temporaneo, che però spesso non è regolamentato dai comuni, causando grossi problemi per poter svolgere questa tipologia di vendita occasionale.

La stessa cosa vale per qualunque altra tipologia di e-commerce (FBA, POD, etc.)

L’Agenzia delle Entrate, infatti, considera automaticamente la presenza di un sito internet di vendita e le attività di marketing per promuoverlo come attività organizzata, facendo scattare così l’obbligo di Apertura della Partita IVA.

Hai capito bene, l’obbligo di aprire Partita IVA scatta quando decidiamo di aprire stabilmente il nostro negozio online, a prescindere da quanto vendiamo, dal fatto che abbiamo un altro lavoro come dipendente o qualunque altra cosa possa passarci per la testa.

Ce lo dice il Codice civile all’art. 2082.

Insomma, se ti stessi chiedendo quando bisogna aprire la Partita IVA la risposta è semplice: all’avvio (anzi prima, come vedremo più avanti) dell’attività di commercio elettronico.

Appurato questo, come bisogna muoversi per aprire una Partita IVA? Quanto costa farlo? Che documenti servono?

In questo articolo cercherò di rispondere a tutte queste domande! 

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Come aprire una Partita IVA

Innanzitutto, cerchiamo di capire qual è il profilo normativo di chi ha un negozio online.

Chi fa ecommerce è a tutti gli effetti un imprenditore commerciale, in quanto gestisce un’organizzazione (sito, supply manager, sistemi di incasso, marketing, etc.) al fine di commerciare abitualmente dei prodotti e poter guadagnare un compenso.

Ciò significa che può essere configurato come commerciante (ditta individuale) o come società commerciale (in caso di attività con soci) ma soprattutto che deve, al momento della costituzione:

  1. richiedere il numero di Partita IVA all’Agenzia delle Entrate;
  2. iscriversi al Registro delle Imprese tenuto dalla Camera di Commercio;
  3. iscriversi alla Gestione Commercianti INPS (comunemente nota come “INPS “Fissa”);
  4. se si hanno dipendenti attivare una polizza assicurativa INAIL e INPS DM;
  5. effettuare la comunicazione SCIA prima di cominciare ogni attività.

Hai letto bene: prima.

L’obbligo di comunicazione tramite SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), infatti, è stabilito al massimo nel giorno stesso in cui si inizia l’attività (e comunque prima di iniziarla), direttamente al Comune dove l’attività ha la propria sede legale.

La sanzione per chi non rispetti questi termini è bella corposa: da € 2.582,00 a € 15.493,00 (con possibilità di riduzione).

PRO TIP

Normalmente all’interno delle pratiche, per le ditte individuali, viene impostata la denominazione [cognome] + [nome]. Se preferissi fare in modo che sui documenti ufficiali uscisse [nome] + [cognome] o se volessi inserire un brand prima (ad esempio “Baldambrembo”) dovrai indicare [brand] + di + [nome] + [cognome] (ad esempio “Baldambrembo di Ivan Napoleone Fichera”) nella sezione “denominazione” delle varie pratiche.

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Le cose complesse (e non solo per chi vi si approccia per la prima volta) non sono finite qui.

L’invio di tutte queste pratiche, infatti, deve essere effettuato in un’unica soluzione (sempre che regioni e comuni abbiano attivato gli appositi canali), tramite la procedura di Comunicazione Unica alla Camera di Commercio competente, ossia quella che racchiude il comune in cui l’attività ha la propria sede legale.

Questa procedura può essere eseguita sia da te in autonomia (tramite SPID e Firma Digitale) che da un professionista/intermediario abilitato (inutile ricordarti che sapere come e quale vite girare può fare la differenza, vero?).

Al suo interno andranno inserite tutte le pratiche che abbiamo visto un po’ più sopra, alcune di esse sono compilabili direttamente sul portale della Comunicazione Unica (ComUnica Starweb), mentre altre dovranno essere prima compilate su altri portali e poi allegate.

Pratiche compilabili direttamente su ComUnica StarWeb:

  1. Modello I1 (ditte individuali) o S5 (società) per l’iscrizione al Registro delle Imprese, tenuto dalla Camera di Commercio.
  2. Modello AA9/12 (ditte individuali) o AA7/10 (società) per effettuare la richiesta di attribuzione del numero di Partita IVA all’Agenzia delle Entrate. Deve contenere La richiesta di attribuzione.
  3. Modello AC per il titolare (ditte individuali) o per ogni socio lavoratore (nelle Società), serve per regolarizzare l’iscrizione all’INPS – Gestione Commercianti.

PRO TIP

All’interno della pratica per l’iscrizione al Registro delle Imprese (ma anche all’interno della pratica per l’attribuzione del numero di Partita IVA) dovrai indicare l’ISP della sede legale dell’azienda e il dominio di vendita.

L’ISP è il fornitore della linea internet presente nella sede legale (solo in quella).

Il dominio di vendita (l’indirizzo del sito internet che vende) può anche essere quello di un marketplace di terzi, meglio se quello diretto allo shop dell’attività.

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 Al di fuori della procedura ComUnica andrà compilata la già citata SCIA, da presentare al comune di riferimento. Tale pratica potrebbe essere compilata o tramite il portale impresainungiorno o tramite il portale proprietario della regione o del comune.

Se, inoltre, l’attività che intendi (o intendete, in caso di società) avviare avrà al suo interno dei dipendenti, bisognerà richiedere l’iscrizione e l’assegnazione di una posizione assicurativa presso l’INAIL e l’INPS per Dipendenti. Per farlo dovrai compilare le apposite pratiche all’interno di ComUnica INPS/INAIL.

In caso il nuovo business sia una società bisognerà presentare, tramite notaio, anche l’atto costitutivo e lo statuto della Società, sempre all’interno della Comunicazione Unica.

A questo link trovi la guida ufficiale di ComUnica Starweb, contenente le indicazioni specifiche per la procedura e le indicazioni per tutte le procedure collegate.

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Che documenti servono per aprire una Partita IVA

I documenti che servono per aprire la Partita IVA del tuo e-commerce sono gli stessi, sia in caso di apertura di una ditta individuale che di una società. Ovviamente, in caso di società, alcuni di questi dovranno essere riferiti ad ogni socio.

Quali sono quindi i documenti necessari per aprire una Partita IVA?

Codice Fiscale e Documento Identificativo

Il codice fiscale è un codice di 16 caratteri alfanumerici e serve, come il documento identificativo (carta d’identità, patente o passaporto), per identificare un determinato soggetto.

Questi documenti dovranno essere allegati alla pratica ComUnica, al fine di garantire l’identità del soggetto (o dei soggetti, in caso di società) e, se ti rivolgerai a un professionista, inserire tutti i dati anagrafici all’interno delle varie pratiche che abbiamo visto sopra.

Mi raccomando: controlla sempre che i tuoi documenti non siano scaduti, altrimenti potresti perdere tempo (una quindicina di giorni, in genere) per il loro rinnovo, prima di poter presentare le pratiche ed avviare la tua attività.

Posta Elettronica Certificata (PEC)

La PEC è un indirizzo e-mail abbinato, tramite identificazione, a un determinato soggetto (ditta individuale o società) e sfrutta un sistema di tracking e cifratura particolare che ne certifica il valore legale delle mail inviate e ricevute tramite questo strumento, come (o forse meglio) di una raccomandata.

La PEC è obbligatoria per tutte le Partite IVA iscritte alla Camera di Commercio e serve per fornire alla Pubblica Amministrazione un indirizzo certo per poter dialogare con l’impresa.

Firma Digitale

La firma digitale è uno speciale certificato elettronico, abbinato a una determinata persona, che può essere apposto, tramite un’apposita procedura, direttamente su un file (in genere un PDF nel formato PDF/A) rendendolo valido a tutti gli effetti di legge, come se fosse una firma in calce a un documento.

La firma digitale serve, ovviamente, per firmare i documenti inseriti in ComUnica, e la maggior parte delle camere di commercio - solamente per le ditte individuali - ha previsto la possibilità di firmare “analogicamente” una procura speciale all’intermediario, conferendo a quest’ultimo l’obbligo di firma digitale dell’intera pratica.

Questo certificato viene rilasciato da aziende ed enti autorizzati, al titolare (ditta individuale) o al rappresentante legale (società) dell’azienda, tramite identificazione, e consiste in un chip (in formato scheda o posto all’interno di un apposito pennino USB) o in un sistema di verifica in 2 parti tramite OTP.

PRO TIP

Fai molta attenzione alla tua firma digitale, in quanto (nella maggior parte dei casi) non può essere disconosciuta.

Ciò significa che se è apposta la firma digitale su un determinato documento, a meno che non ci sia una denuncia di smarrimento o furto anteriore al momento di firma, non potrai appellarti al fatto che la firma non sia tua e dovrai dimostrare, in qualche modo, che la firma non era in tuo possesso ed altra persona ha firmato per te.

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Visura Catastale

La visura catastale è un documento generato tramite il catasto che identifica nello specifico tutti i dati salienti riferiti a un immobile (dov’è situato, chi ne è il proprietario, gli estremi di identificazione presso il catasto, etc.).

Tale documento è necessario per poter compilare la SCIA, in quanto sono espressamente richiesti al suo interno gli estremi catastali (foglio, particella e sub) dell’immobile dov’è presente la sede legale.

Se all’interno della tua attività hai pure un magazzino di stoccaggio anch’esso dovrà essere inserito nella SCIA (e quindi ne dovrai avere la visura catastale).

Documenti e autorizzazioni speciali

Alcune attività, come ad esempio il commercio di beni usati o gioielli o beni alimentari, hanno bisogno di particolari autorizzazioni, da richiedere all’ASL (Azienda Sanitaria Locale), alla Questura o al Comune.

Tali autorizzazioni sono fondamentali per l’avvio dell’attività (senza non si può procedere alla vendita) e spesso consistono nella presentazione di perizie, certificazioni, vidimazioni e/o comunicazioni da allegare in ComUnica o addirittura all’interno delle altre pratiche (in particolar modo la SCIA) di cui abbiamo parlato sopra.

La loro mancanza potrebbe bloccare l’iter di apertura, creare grossi problemi per la tua attività e costarti parecchio in sanzioni.

Se avessi intenzione di avviare un e-commerce in uno di questi tre settori (sia in solitaria che con dei soci) è un bene che tu approfondisca quali documenti o autorizzazioni speciali debba presentare, rivolgendoti a un professionista abilitato o direttamente al Comune, alla Camera di Commercio e/o all’Agenzia delle Entrate della tua zona.

Ti gira un po' la testa? Ti capisco, le informazioni da conoscere sono davvero molte. Ecco uno schemino riassuntivo per facilitarti il lavoro! 

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Quanto costa aprire una Partita IVA?

Il costo di apertura (e di mantenimento) della Partita IVA è in genere l’ultima domanda che mi viene posta, in sede di consulenza, da chi vuole avviare una propria attività online.

Tali costi dipendono molto dalla forma giuridica (ditta individuale, società di persone, società di capitali o società cooperative), dal regime fiscale e dai modelli di business e revenue della tua attività.

Ne ho parlato abbastanza specificamente QUI e quindi preferisco spendere il poco tempo che ci resta per darti qualche consiglio su come sfruttare al meglio la profilazione fiscale e giuridica del tuo futuro negozio.

Come prima cosa, ricorda sempre che “semplice” è già un guadagno, perché evitare di perdere tempo in procedure complesse, riuscire a comprendere ogni singolo passaggio velocemente ed evitare di cimentarsi con cose più grosse di noi ci permette la massima e migliore focalizzazione, massimizzando, di conseguenza, i risultati del nostro lavoro.

In particolare, a volte è più utile prendere una via semplice, ad esempio per comprendere meglio la solidità dell’azienda, mentre altre una struttura più complessa e costosa, ma in grado di gestire al meglio tutte le opportunità di Business, potrebbe essere la tua chiave per il successo.

Secondariamente, voglio dirti chiaramente che non esistono soluzioni che vanno bene per tutti. Ogni imprenditore (e ogni azienda) ha delle caratteristiche, delle abitudini e dei progetti che, sebbene possano essere simili a quelli di altri, hanno aspetti salienti unici che potrebbero cambiare radicalmente l’impostazione fiscale e giuridica migliore.

I regimi fiscale e giuridico si devono, quindi, adattare al business e non modificarlo. Un po’ come un paio di scarpe: quelle laccate e di marca possono farti distinguere sotto a un bel abito, durante una cena di gala… ma sotto a dei pantaloncini, mentre corri una maratona, saranno solo una brutta tortura.

Infine, cerca di comprendere sempre in cosa stai spendendo i tuoi soldi e soprattutto a cosa ti torna indietro da questa spesa.

Se una spesa non ti torna nulla in guadagno, eliminala (o fai in modo che possa portarti guadagno) se possibile.

Se una spesa ti permette di continuare a lavorare, usala (e fai in modo da massimizzare la resa a parità di costo), ma non abusarne.

Se, infine, quella spesa ti permette di fare e guadagnare di più non farti remore: quello è un investimento che potrebbe generare molto più denaro di quanto ti stia costando oggi ed è un bene per te e la tua attività. 

Insomma, le domande migliori che puoi porti per capire come e quando aprire la tua Partita IVA non sono “quando e come Aprire Partita IVA”, ma piuttosto:

  • “che esperienza ho in gestione di un ecommerce”
  • “qual è il margine di guadagno (ricavi – costi) di questo business?”
  • “quanto è scalabile questo business?”
  • “che fatturato posso sviluppare?”
  • “quali adempimenti devo soddisfare per poter vendere all’estero?”
  • “cosa porta questa spesa al mio business?”
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E con questo abbiamo finito, almeno per oggi, spero di averti chiarito le idee e dato spunti interessanti.

Per consigli, feedback e ovviamente domande usa pure i commenti qui sotto, sarò sempre felice di risponderti!

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